Day 5

Al risveglio il meteo è pessimo, e l’unica cosa che ci è concesso fare è dare una sciolinata alle tavole e controllare per bene lo stato di tutta l’attrezzatura.
Mettiamo insieme anche gli ultimi dettagli del nostro spostamento alle Lofoten che richiederà oltre 8 ore di auto, e sembra che trovare un punto per dormire a buon prezzo sia praticamente impossibile ma continuiamo a setacciare qualsiasi app di booking possibile finchè non troviamo un posticino molto carino per soli 75€ a notte. A testa.
Verso le 16 il tempo sembra aprirsi e decidiamo di fare una scappata verso lo Storhaugen, dove abbiamo fatto la prima uscita di questa spedizione.
Il paesaggio è incredibile, dopo quattro giorni di nevicate gli alberi sono praticamente scomparsi.

I'm sinking in the rain

Dove prima camminavamo all’ombra delle betulle e dei faggi ora camminiamo praticamente a fianco delle loro chiome, sprofondando in una neve polverosa e leggerissima.
La mancanza della protezione degli alberi si fa sentire, ed il vento gelido che tira dai fiordi ci punisce non appena lasciato lo scarso riparo del bosco innevato. Decidiamo di togliere le pelli intorno ai 500 metri di quota, la vetta del monte locale ci è sfuggita di nuovo.
Non tutti i mali però vengono per nuocere e, presa una traccia diversa dalla volta prima, incappiamo in un bellissimo albero ad Y che guarda il fiordo sottostante. Completiamo la discesa a valle, ripelliamo, saliamo un’altra volta e ripercorriamo i nostri passi fino all’albero.

L'unica foto stilosa del viaggio


La location è fantastica e cominciamo a lavorare con le nostre pale per costruire un kicker, purtroppo Simo non ha preso la sua reflex dato che ci aspettavamo un giretto breve con il cielo coperto dal maltempo.
Rimaniamo ore a saltare divertendoci come bambini, la luce del giorno che illumina il fiordo fino alle 8 di sera regala un panorama fantastico nonostante il velo di maltempo. Rientriamo soddisfatti, la sera passa veloce mentre rifacciamo le valigie per la nostra prossima meta.

Salt Bae della bassa

Si va nella punta più estrema delle isole Lofoten, ad Umstad!


Day 6


Partiamo la mattina presto mentre infuria ancora la bufera, con raffiche di neve e vento che diminuiscono la visibilità e rendendo ancora più pericolose le strade congelate. Nel bianco ad un tratto notiamo una figura colorata che sulle prime scambiamo per un orso polare, ma guardando meglio ci accorgiamo essere una ragazza che fa l’autostop. E’ in viaggio da due anni da sola, lavora dove trova e dorme negli ostelli. Ha girato vari stati europei, il suo racconto ci fa compagnia per le prime sei ore di viaggio fino a Narvik dove potremo fare provviste in un supermercato vero e goderci un panino in un fast food.
Costa come una cena da Cracco, ma vabbè.
Riprendiamo la strada che piano piano scongela, si aprono davanti a noi foreste verdissime e piccole insenature punteggiate dal rosso delle case dei pescatori in un paesaggio illuminato dalla bassa luce del nord, che colora intensamente ogni particolare.

Cesenatico centro

Ci fermiamo stupiti a guardare alcuni porticcioli e valicando i monti osserviamo dall’alto questa terra incredibile, fatta di montagne a picco sul mare e piccoli insediamenti dove l’uomo prova a contrastare l’assordante dominio della natura.

Case libri auto viaggi fogli di gnnnnaale

Dopo altre 4 ore di auto siamo quasi arrivati alla nostra meta, uno stretto passaggio tra i monti ci convoglia in una galleria dalla quale sbuchiamo sul piccolo fiordo che ci ospiterà.
C’è una puzza mefitica, ed avvicinandoci ad una distesa di tronchi ci accorgiamo che in realtà sono essiccatoi per le teste dei merluzzi. Ogni testa è grande come la mano di una persona, e ce ne sono migliaia. Forse decine di migliaia.

Uno delle centinaia di essiccatoi presenti

Destinate all’esportazione in Nigeria dove saranno ingrediente principale di una zuppa molto famosa costituiscono un piccolo paradosso, e la fonte principale di sostentamento economico di questo angolo di mondo.

Tra l’altro c’è tutta un’usanza locale per la quale i bambini ed i ragazzini partecipano in modo attivo alla filiera del merluzzo, praticamente se fai un pallone della Nike è lavoro minorile ma se fai merluzzi che puzzano come il porto di Riccione allora ok va bene.
Umstad sembra una città dei western, mancano solo le palle di sterpi che rotolano, ma il nostro alloggio è un piccolo angolo di civiltà. Abbiamo saune, quarter pipe per gli skate, piccole casette ben arredate, netflix ed un cafè aperto.

La nostra tana

La guestHouse è un ritrovo per surfisti, prevalentemente russi ed americani, dove puoi surfare le piccole onde del fiordo circondato dal paesaggio innevato.
Una settimana di alloggio e corsi costa qualche migliaio di euro, probabilmente alcune persone lo reputano un prezzo equo per una foto da mostrare alla riunione dello Yacht Club.
Controlliamo il meteo e ci prende lo sconforto. La perturbazione si è fermata all’inizio delle Lofoten e non arriverà dove siamo, dobbiamo spostarci ancora!
Cominciamo a capire che forse la metereologia non è il nostro forte, e ripieghiamo guardando americani che mangiano insetti su Netflix.

Che divertitudine

Dedichiamo la giornata al relax in sauna, guardiamo qualche scriteriato surfare nel mare ghiacciato, cerchiamo un alloggio più ad est per inseguire la neve ed andiamo a letto presto, esausti dopo un giorno di viaggio ad 80kmh.
E’ il secondo giorno di riposo di seguito e siamo incazzati come le pantere. 

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