Avete presente quando nella vostra testa c’è un chiodo fisso, una meta ricorrente che non vuole andarsene?
Magari non è una cima importante, un itinerario conosciuto, e neppure un percorso particolarmente tecnico.
Ecco, nella mia testa l’idea di questo itinerario si era composta durante una normale uscita con gli impianti. Vedevo quella cima stagliarsi contro il cielo annuvolato, con una pendenza non proibitiva ed una via d’accesso apparentemente semplice con la promessa di una discesa aperta, sgombra da ostacoli, costante, per lasciare correre la tavola qualche minuto completamente liberi.

cima Undici a Passo Resia, il percorso che ci aspetta (escludere la parte a sinistra Bergstation)

Ci troviamo alle 4:30 davanti a casa mia dopo aver fatto un check del meteo, ci aspetta un lungo viaggio fino a Passo Resia.
Si, proprio quella del lago di Resia dove hanno poi girato la serie Curon.
Al confine con Austria e Svizzera questo piccolo passo montano nasconde alcune splendide vallate, un piccolo comprensorio quasi sempre vuoto, e montagne stupende.

Il famoso campanile che spunta dal lago di Resia

Dopo 4 ore e mezza di auto siamo alla meta.
Montiamo le split, prepariamo velocemente gli zaini e partiamo.
Saliamo prima lungo le ripide piste da sci e poi svalichiamo per entrare in una valle con neve profonda, polverosa, ed un nuvolo totale. La promessa del meteo era bel tempo dopo le 11.

ci va sempre di culo - splitboard a Passo Resia

Dopo un’oretta di salita infatti il cielo rischiara, le nuvole vengono spazzate via, non sembra nemmeno la stessa giornata. 

splitboard a Passo Resia - bel tempo verso Cima Undici

Purtroppo il miglioramento delle condizioni si porta via Matteo, nostro compagno con gli sci, che a causa di un problema ad un gancio delle pelli è costretto ad abbandonarci.

splitboard a Passo Resia - salita

Prosegue la salita ed arriviamo ad una spianata in quota, un balcone davvero stupendo dal quale si vede tutta la catena montuosa della zona.

splitboard a Passo Resia - verso Cima Undici

L’ultima parte di salita è più ripida del previsto, con un passaggio di qualche decina di metri arrampicandoci su una stretta lingua di roccia e ghiaccio, molto ripida ed a strapiombo.

Grazie ai ramponi passiamo agevolmente e siamo finalmente in quota. 

la salita diventa via via più ripida - splitboard a Passo Resia

I 2900 metri di Cima Undici non sono nulla di che, sapevamo in partenza che sarebbe stata una gita relativamente tranquilla, ma la discesa che ci aspetta promette veramente bene.
Rimontiamo le split in modalità “tavola”, prepariamo tutto per la discesa e partiamo.
Il primo pezzo, ripido come ci si aspetta lasciando una cima, viene subito seguito da una breve risalita e da questo momento una pagina ampia e bianchissima si lascia solcare con curve ampie e dolci.

spliboard a Passo Resia - discesa

Ci sono numerose tracce, segno della frequentazione notevole del posto, e decido per una deviazione che ci costringe a metterci le tavole in spalla per qualche minuto. 

splitboard a Passo Resia - deviazione

Tagliando alla nostra destra torneremo ad incrociare la traccia di risalita oltre la cresta che ci separa, per poi arrivare nel boschetto a lato degli impianti che avevamo già avuto modo di esplorare anche se con condizioni completamente diverse.

Lo slalom tra gli alberi è divertentissimo ed agevole, ed in pochi minuti siamo di nuovo alla macchina. Purtroppo non abbiamo praticamente foto della discesa, ci stavamo divertendo troppo e la GoPro era andata in tilt per il freddo!

Ci cambiamo, mettiamo via l'attezzatura ma sappiamo che ora inizia la vera avventura, cercare un ristorante in grado di sfamarci!