Uno stile di vita, di riding, un passaggio obbligato o una scelta politica.

Il pellegrino sono io
, sei tu, lo è chiunque non spenda ogni giorno disponibile a girare in un singolo comprensorio. L'antagonista per eccellenza dei Local, il Joker che balla sulle incomprensioni e nel mondo interconnesso viene appellato come "Jerry" anche se per essere precisi si diventa Jerry nel momento che ci si ridicolizza esageratamente, non cosa comune a tutti i pellegrini.

Da dove viene il Pellegrino?

Da tutte le parti dello stivale, non ha fissa dimora ed è questa la sua più grande forza! Potresti pensare che organizza le migrazioni in base alla caduta di neve o ai prezzi più allettanti invece le motivazioni che lo portano a viaggiare da un monte all'altro sono ben altre. 

- Scoperta e avventura
- Socialità (apres-ski)
- Testare il portasci magnetico
- Nessuno lo conosce

Quest'ultima è fondamentale specialmente in caso di scontri e attacchi da parte dei Locals che odorando l'odore di foresto spesso si divertono a infliggere piccoli scherzi onorando il tutto con grugniti e balli tribali, un meccanismo di difesa che si attiva nel momento in cui la fauna femminile e la flora alcolica vengono minacciate dalla presenza di numerosi stormi di pellegrini.

Quando migra il Pellegrino?

Il pellegrinaggio avviene solitamente nei week-end e durante le festività, raramente si spostano da soli e nei giorni infrasettimanali in cui la presenza attiva dei Locals minaccia il divertimento.

Inizio e fine stagione sono off-limits per i nostri pellegrini essendo i loro canali di informazione molto limitati spesso non sono a conoscenza di Nevai e Ghiacciai ed escludono la disciplina non appena le temperature impongono di togliersi la giacca nel mezzo della giornata. 

Come si prepara un pellegrino?

Come ogni frequentatore della montagna si avvia preparato alla missione, a volte anche troppo, con attrezzatura spesso esagerata e ingombrante che limita i movimenti. 

Fedelissimo allo zaino da 20lt che contiene solamente un tramezzino e una bottiglia d'acqua spesso aggiunge corda di recupero, acciarino e mappa dell'impianto che normalmente non sa leggere. 

Walkie-talkie o interfono nel casco sono dispositivi che troviamo specialmente in pellegrini navigati che hanno macinato km.

È brutto essere un pellegrino?

Ma figurati! Non tutti possiamo abitare vicino ad un impianto ed avere gli amici sempre sulla neve con noi, non tutti possiamo investire 30+ giorni sulla neve a stagione...  La bellezza di questo sport è l'inclusività che si crea tra i vari utilizzatori della montagna e il percorso personale che ci porta da passare da Pellegrini a Local e vice versa. 

Come negozio e agenzia di viaggi siamo promotori dello stile di vita Pellegrino, purché sia educato e rispettoso del luogo che si visita. Se ogni impianto basasse la sua crescita solo sul pubblico local non sarebbe dove è ora e i Locals stessi lo sanno, anche se a volte fanno finta di no.

Cosa fare se non voglio essere chiamato pellegrino?

Bah, diciamo che le cose più divertenti che saltano all'occhio dell'utilizzatore medio che riconosce un pellegrino sono:
-Para-punte sulla tavola comprata (non del noleggio)
-Zaino mezzo vuoto che copre tutta la schiena
-Abbigliamento esageratamente pesante per il clima
-Stance/passo e angolazione attacchi storta
-
Ma più di tutto il macina dita che è l'action-cam su bastone per riprendere se stessi in un video che verrà guardato mezza volta e cancellato perché balla tutto e non si capisce niente.

Se vuoi usare questo ultimo paragrafo per rafforzare la tua identità di pellegrino la mossa d'oro è mettere il bastone della action-cam nello zaino mezzo vuoto stile antenna, per poi prendere un contro lamina potentissimo e spezzarlo a metà.

Conclusione

Non importa quasi a nessuno come ti vesti, cosa usi e come lo usi, questo è un articolo gag in cui quasi tutti ci possiamo riconoscere in qualche punto ed è divertente dell'auto-ironia essendo noi per primi dei pellegrini che da Modena girano tutta la montagna.

Non ci sono modi giusti o sbagliati, sicuramente ce ne sono di più facili e comodi ma l'esperienza è quello che ci fa crescere, non i commenti di qualche ratto da park che non ha vita oltre lo snowboard o il "pro-rider" che fa lo spocchioso dopo una vita fortunatamente passata ad essere sponsorizzato dalla famiglia.

Stay fresh e go snowboarding!

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Michele Cocconi